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forte senso di inferiorità
2 partecipanti
Pagina 1 di 1
forte senso di inferiorità
Buonasera.Le scrivo perchè avrei tanto bisogno di una mano.
Sto con un ragazzo da un po di anni per il quale credo di nutrire un senso di inferiorità molto forte.Non so se sia il termine giusto da utilizzare,ma le spiego cosa provo:
Perchè credo che la sua vita sia migliore della mia?perchè mi sembra che per lui sia tutto più facile?lo vedo sereno a differenza mia e nonostante cerchi di "emularlo" mi sento sempre insoddiafatta e triste...lui riesce a fare ciò che io non riesco.È stato con molte più donne di quanto io sia stata con uomini...perch mi sento così in competizione con lui?da sempre!e più va avanti la nostra relazione e più è frustrante.lui non lo sa e mi ama alla follia..
Sto con un ragazzo da un po di anni per il quale credo di nutrire un senso di inferiorità molto forte.Non so se sia il termine giusto da utilizzare,ma le spiego cosa provo:
Perchè credo che la sua vita sia migliore della mia?perchè mi sembra che per lui sia tutto più facile?lo vedo sereno a differenza mia e nonostante cerchi di "emularlo" mi sento sempre insoddiafatta e triste...lui riesce a fare ciò che io non riesco.È stato con molte più donne di quanto io sia stata con uomini...perch mi sento così in competizione con lui?da sempre!e più va avanti la nostra relazione e più è frustrante.lui non lo sa e mi ama alla follia..
marika- Numero di messaggi : 3
Data d'iscrizione : 24.09.12
Re: forte senso di inferiorità
Ho comunque sempre avuto,sin da bambina complessi di ingeriorità molto forti.La vita degli altri mi sembra sempre più bella e piena della mia.Son perennemente insoddisfatta...non so che devo fare :-(
marika- Numero di messaggi : 3
Data d'iscrizione : 24.09.12
Re: forte senso di inferiorità
Perchè nessuno risponde?
marika- Numero di messaggi : 3
Data d'iscrizione : 24.09.12
Re: forte senso di inferiorità
Buonasera a lei
dalle sue righe emerge il suo malessere e anche la sua ansia per una risoluzione, ma purtroppo fornisce ben pochi elementi. Non dice quanti anni ha, da quanto tempo sta insieme al suo ragazzo, se in passato ha avuto delle precedenti esperienze importanti, qualche elemento sulla sua famiglia...
In genere però tale malessere - magari impropriamente definito sentimento d'inferiorità, competizione - si struttura in epoca antica, nella primissima infanzia, ed è dato dall'interazione di più fattori: una particolare sensibilità e predisposizione, la qualità delle primissime relazioni affettive, determinati eventi eccetera...
Ma il problema principale non sta tanto nel: perché mi sento così in competizione con lui? che chiede nella prima parte, ma nel: sono perennemente insoddisfatta e non so cosa fare.
Diversa è la situazione se ha sedici, trenta o quarant'anni.
Quel che può essere una passeggera insoddisfazione in un'epoca adolescenziale, acquista una diversa valenza a un'età diversa.
Ma profitto della sua richiesta per esporre a grandi linee alcuni concetti.
La competizione nella coppia può essere un elemento altamente distruttivo ed emblema di una confusione dei ruoli. Uomini e donne pur nel rispetto reciproco, rivestono ruoli differenti che si giovano l'uno dell'arricchimento dell'altro.
Che lei ad esempio non abbia avuto tantissime relazioni sentimentali, così come il suo ragazzo dice di aver avuto, non è motivo di vergogna, anzi. Non è che ci si innamora ogni giorno. E il passare da una relazione all'altra ha solo, come unico effetto, di disperdere se stessi senza riuscire ben a comprendere cosa si vuole e dove si sta andando.
Inoltre: la vita degli altri le sembra più bella. Come diceva un proverbio: l'erba del vicino è sempre la più verde. Ma solo fin quando non si vedono le situazioni in profondità e si comprende che la vita di ognuno è fatta di gioie e dolori, di momenti sereni e dolorosi e di noia.
L'unico rimedio al malessere è l'accettazione di se stessi.
Per come si è. E considerare che ognuno ha la propria dose di talenti e di difetti. Occorre imparare a riconoscerli, cercando di sviluppare i propri talenti e smussare i difetti. C'è tanto da lavorare su stessi ed è quindi inutile perder tempo a voler emulare gli altri. Coloro che vede più forti e più felici di lei, magari hanno solo saputo riconoscere e ampliare i propri talenti.
E può farlo benissimo anche lei, se sposta i riflettori dagli altri a se stessa.
Nessuno può vivere emulando la vita di un'altra persona ma occorre ricercare dentro di sé i propri punti di forza da valorizzare.
Tutto sta nel riconoscerli.
Se non riesce da sola, si faccia aiutare da uno specialista. A volte può bastare per davvero molto poco a comprendere e risolvere un malessere.
Ha la fortuna di avere una ragazzo che l'ama alla follia. Sa quante altre ragazze immaginano la sua vita felicissima solo per questo? Non potrebbero mai comprendere la sua infelicità. Ecco perché è molto difficile valutare la vita degli altri. Il più delle volte si compiono delle errate valutazioni con il risultato di perdere un mucchio di tempo prezioso.
Meglio quindi dedicarsi con impegno a sviluppare le proprie abilità e i propri talenti e crescere nel rispetto di sé e degli altri.
Spero di averle fornito qualche spunto di riflessione.
Auguri!
Dott. A. Paliotti
dalle sue righe emerge il suo malessere e anche la sua ansia per una risoluzione, ma purtroppo fornisce ben pochi elementi. Non dice quanti anni ha, da quanto tempo sta insieme al suo ragazzo, se in passato ha avuto delle precedenti esperienze importanti, qualche elemento sulla sua famiglia...
In genere però tale malessere - magari impropriamente definito sentimento d'inferiorità, competizione - si struttura in epoca antica, nella primissima infanzia, ed è dato dall'interazione di più fattori: una particolare sensibilità e predisposizione, la qualità delle primissime relazioni affettive, determinati eventi eccetera...
Ma il problema principale non sta tanto nel: perché mi sento così in competizione con lui? che chiede nella prima parte, ma nel: sono perennemente insoddisfatta e non so cosa fare.
Diversa è la situazione se ha sedici, trenta o quarant'anni.
Quel che può essere una passeggera insoddisfazione in un'epoca adolescenziale, acquista una diversa valenza a un'età diversa.
Ma profitto della sua richiesta per esporre a grandi linee alcuni concetti.
La competizione nella coppia può essere un elemento altamente distruttivo ed emblema di una confusione dei ruoli. Uomini e donne pur nel rispetto reciproco, rivestono ruoli differenti che si giovano l'uno dell'arricchimento dell'altro.
Che lei ad esempio non abbia avuto tantissime relazioni sentimentali, così come il suo ragazzo dice di aver avuto, non è motivo di vergogna, anzi. Non è che ci si innamora ogni giorno. E il passare da una relazione all'altra ha solo, come unico effetto, di disperdere se stessi senza riuscire ben a comprendere cosa si vuole e dove si sta andando.
Inoltre: la vita degli altri le sembra più bella. Come diceva un proverbio: l'erba del vicino è sempre la più verde. Ma solo fin quando non si vedono le situazioni in profondità e si comprende che la vita di ognuno è fatta di gioie e dolori, di momenti sereni e dolorosi e di noia.
L'unico rimedio al malessere è l'accettazione di se stessi.
Per come si è. E considerare che ognuno ha la propria dose di talenti e di difetti. Occorre imparare a riconoscerli, cercando di sviluppare i propri talenti e smussare i difetti. C'è tanto da lavorare su stessi ed è quindi inutile perder tempo a voler emulare gli altri. Coloro che vede più forti e più felici di lei, magari hanno solo saputo riconoscere e ampliare i propri talenti.
E può farlo benissimo anche lei, se sposta i riflettori dagli altri a se stessa.
Nessuno può vivere emulando la vita di un'altra persona ma occorre ricercare dentro di sé i propri punti di forza da valorizzare.
Tutto sta nel riconoscerli.
Se non riesce da sola, si faccia aiutare da uno specialista. A volte può bastare per davvero molto poco a comprendere e risolvere un malessere.
Ha la fortuna di avere una ragazzo che l'ama alla follia. Sa quante altre ragazze immaginano la sua vita felicissima solo per questo? Non potrebbero mai comprendere la sua infelicità. Ecco perché è molto difficile valutare la vita degli altri. Il più delle volte si compiono delle errate valutazioni con il risultato di perdere un mucchio di tempo prezioso.
Meglio quindi dedicarsi con impegno a sviluppare le proprie abilità e i propri talenti e crescere nel rispetto di sé e degli altri.
Spero di averle fornito qualche spunto di riflessione.
Auguri!
Dott. A. Paliotti
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