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Un libro sul riconoscimento omosessuale. "Citizen gay. Famiglie, diritti negati e salute mentale" di Vittorio Lingiardi
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Un libro sul riconoscimento omosessuale. "Citizen gay. Famiglie, diritti negati e salute mentale" di Vittorio Lingiardi
Cityzen gay (Il Saggiatore, 12 euro) è un libro sui diritti e sul riconoscimento sociale di ogni omosessuale.
"Citizen gay è un titolo slogan per ricordare che c’è un cittadino che deve alzarsi in piedi e dire: sono gay, sono lesbica, voglio diritti e rispetto. Così facendo, quel cittadino pone un problema ineludibile per la democrazia: la legge deve riflettere i valori di qualcuno o garantire, nel rispetto reciproco, la pluralità dei valori di tutti. Può reggere, sul piano del diritto, la distinzione etero/omo?”
E' recente il dibattito sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, e in particolare i toni si sono accesi sulle coppie omosessuali. Ma, trascorsi solo pochi mesi, l'attualità ha lasciato il campo a nuove emergenze, e delle coppie di fatto non se ne parla più.
Ma continuano ad esistere migliaia di persone che ogni giorno soffrono di discriminazioni che ne alimenta la solitudine, l'ansia, la frustrazione.
Ed è per questo che l'autore auspica..
"...una legge che riconosca le persone omosessuali nell’integrità della loro fisionomia giuridica e sociale. Come psichiatra, sono sicuro che un effetto collaterale positivo dell’approvazione di una buona legge sul riconoscimento delle unioni civili sarebbe un drastico prosciugamento della palude, psicologica e sociale, in cui prolifera l’omofobia. Non è evidente come l’omofobia, compreso il fenomeno in crescita del bullismo omofobico, si alimenti anche del mancato riconoscimento di un pieno diritto di cittadinanza alle persone omosessuali? Non vengono forse legittimati pensieri come: «Se la Chiesa considera queste persone indegne di formare una famiglia, e se lo Stato ne tollera la convivenza, purché senza celebrazioni e senza diritti e tutele, allora vorrà dire che in fondo, davanti a Dio e agli uomini, questi omosessuali non sono proprio cittadini come gli altri...?"
E ancora ribadisce:
"Credo che uno dei motivi per cui l’omosessualità tout court (e ancor più un suo riconoscimento sociale) crea avversione, paura, diffidenza, derivi dalla preoccupazione per un disordine psicologico che diventa poi sociale. Una sorta di disagio all’idea che vi sia qualcosa di «femminile» in un uomo e di «maschile» in una donna. Da qui anche il bisogno di darsi una rassicurazione riguardo alla propria «mascolinità» o «femminilità». Un fondamento psicologico dell’omofobia, infatti, consiste in una polarizzazione difensiva dei ruoli di genere, che porta a temere/disprezzare i fantasmi di passività e dipendenza nell’uomo e di attività e autosufficienza nella donna."
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è Professore ordinario di Psicologia Dinamica, Direttore II Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica, Facoltà di Psicologia I, dell’Universà “La Sapienza” di Roma.
"Citizen gay è un titolo slogan per ricordare che c’è un cittadino che deve alzarsi in piedi e dire: sono gay, sono lesbica, voglio diritti e rispetto. Così facendo, quel cittadino pone un problema ineludibile per la democrazia: la legge deve riflettere i valori di qualcuno o garantire, nel rispetto reciproco, la pluralità dei valori di tutti. Può reggere, sul piano del diritto, la distinzione etero/omo?”
E' recente il dibattito sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, e in particolare i toni si sono accesi sulle coppie omosessuali. Ma, trascorsi solo pochi mesi, l'attualità ha lasciato il campo a nuove emergenze, e delle coppie di fatto non se ne parla più.
Ma continuano ad esistere migliaia di persone che ogni giorno soffrono di discriminazioni che ne alimenta la solitudine, l'ansia, la frustrazione.
Ed è per questo che l'autore auspica..
"...una legge che riconosca le persone omosessuali nell’integrità della loro fisionomia giuridica e sociale. Come psichiatra, sono sicuro che un effetto collaterale positivo dell’approvazione di una buona legge sul riconoscimento delle unioni civili sarebbe un drastico prosciugamento della palude, psicologica e sociale, in cui prolifera l’omofobia. Non è evidente come l’omofobia, compreso il fenomeno in crescita del bullismo omofobico, si alimenti anche del mancato riconoscimento di un pieno diritto di cittadinanza alle persone omosessuali? Non vengono forse legittimati pensieri come: «Se la Chiesa considera queste persone indegne di formare una famiglia, e se lo Stato ne tollera la convivenza, purché senza celebrazioni e senza diritti e tutele, allora vorrà dire che in fondo, davanti a Dio e agli uomini, questi omosessuali non sono proprio cittadini come gli altri...?"
E ancora ribadisce:
"Credo che uno dei motivi per cui l’omosessualità tout court (e ancor più un suo riconoscimento sociale) crea avversione, paura, diffidenza, derivi dalla preoccupazione per un disordine psicologico che diventa poi sociale. Una sorta di disagio all’idea che vi sia qualcosa di «femminile» in un uomo e di «maschile» in una donna. Da qui anche il bisogno di darsi una rassicurazione riguardo alla propria «mascolinità» o «femminilità». Un fondamento psicologico dell’omofobia, infatti, consiste in una polarizzazione difensiva dei ruoli di genere, che porta a temere/disprezzare i fantasmi di passività e dipendenza nell’uomo e di attività e autosufficienza nella donna."
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è Professore ordinario di Psicologia Dinamica, Direttore II Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica, Facoltà di Psicologia I, dell’Universà “La Sapienza” di Roma.
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