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Accettazione o rassegnazione?
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Accettazione o rassegnazione?
Accettazione sì, ma non rassegnazione.
Se i desideri non si realizzano, si può rispondere in due modi.
Accettando o rassegnandosi.
La rassegnazione non è una cosa buona, non va proprio bene.
L’accettazione invece è splendida.
La rassegnazione è sconfitta. L’accettazione è vittoria.
Tra le due c’è una grande differenza. Sul piano esistenziale non hanno lo stesso significato.
Si diventa rassegnati quando si sente che tutto è senza speranza, che niente è possibile. Non perchè il desiderio sia scomparso: il desiderio è
ancora là.
Vuoi muoverti, vuoi diventare questo o quello, ma quando vedi che sul
tuo cammino si presentano delle montagne altissime, senti che è impossibile. Allora tenti di consolarti e dici: “Va bene così; non c’è bisogno di andare da nessuna parte, non c’è nessun posto dove andare.”
Eppure sai che il bisogno è ancora là in agguato. La sconfitta non può mai distruggere il desiderio. Aspetterà la stagione giusta e, quando ti sentirai di nuovo pieno di energia, quando sarai più positivo, più immerso nei tuoi sogni, il desiderio si ripresenterà e la rassegnazione andrà in fumo.
L’accettazione è una cosa totalmente diversa. L’accettazione non
significa aver accettato la sconfitta. Significa solo che non c’è sconfitta nè vittoria.
La semplice idea di vittoria e sconfitta è stupida!
Contro chi sarai vincitore? È il tuo mondo: ne sei parte ed esso è parte di te. Non ci sono nemici contro i quali devi lottare.
Stai lottando con la tua ombra. Vedendo questo, che non c’è ostilità nell’esistenza, che l’esistenza non è estranea, nè opposta a te, che è la tua casa e tu non sei un outsider… improvvisamente ti rilassi e c’è accettazione.
Con l’accettazione le cose cominciano a cambiare. Con l’accettazione arriva la trasformazione.
(tratto da: "Osho," The sun behind the sun behind the sun" e ricevuto dalla mail list Sadhana di Guido da Todi)
Se i desideri non si realizzano, si può rispondere in due modi.
Accettando o rassegnandosi.
La rassegnazione non è una cosa buona, non va proprio bene.
L’accettazione invece è splendida.
La rassegnazione è sconfitta. L’accettazione è vittoria.
Tra le due c’è una grande differenza. Sul piano esistenziale non hanno lo stesso significato.
Si diventa rassegnati quando si sente che tutto è senza speranza, che niente è possibile. Non perchè il desiderio sia scomparso: il desiderio è
ancora là.
Vuoi muoverti, vuoi diventare questo o quello, ma quando vedi che sul
tuo cammino si presentano delle montagne altissime, senti che è impossibile. Allora tenti di consolarti e dici: “Va bene così; non c’è bisogno di andare da nessuna parte, non c’è nessun posto dove andare.”
Eppure sai che il bisogno è ancora là in agguato. La sconfitta non può mai distruggere il desiderio. Aspetterà la stagione giusta e, quando ti sentirai di nuovo pieno di energia, quando sarai più positivo, più immerso nei tuoi sogni, il desiderio si ripresenterà e la rassegnazione andrà in fumo.
L’accettazione è una cosa totalmente diversa. L’accettazione non
significa aver accettato la sconfitta. Significa solo che non c’è sconfitta nè vittoria.
La semplice idea di vittoria e sconfitta è stupida!
Contro chi sarai vincitore? È il tuo mondo: ne sei parte ed esso è parte di te. Non ci sono nemici contro i quali devi lottare.
Stai lottando con la tua ombra. Vedendo questo, che non c’è ostilità nell’esistenza, che l’esistenza non è estranea, nè opposta a te, che è la tua casa e tu non sei un outsider… improvvisamente ti rilassi e c’è accettazione.
Con l’accettazione le cose cominciano a cambiare. Con l’accettazione arriva la trasformazione.
(tratto da: "Osho," The sun behind the sun behind the sun" e ricevuto dalla mail list Sadhana di Guido da Todi)
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