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Non darti mai per vinto!
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Non darti mai per vinto!
Mai darsi per vinti!!!
…Spesso la quotidianità mette ciascuno davanti a sfide che sembrano impossibili, a decisioni e scelte che si vorrebbero rimandare all'infinito, ad appuntamenti
di domani che ci segnano e rovinano l'oggi.
Tutte le scuole di sopravvivenza sottolineano come l'organismo umano abbia
in sé risorse incredibili….
Il problema fondamentale è che in realtà non è la difficoltà oggettiva ad abbattere l'individuo, quanto piuttosto la "certezza" di non farcela, l'angoscia mentale che attanaglia lo spirito e preclude ogni tentativo:
se scegliere può significare dover prendersi carico, dover decidere e, inevitabilmente, dover abbandonare qualcosa, molto più facile è lasciare che tutto vada come deve andare, abituandosi ad un ruolo passivo di spettatore della stessa propria esistenza.
Ma questo atteggiamento è di per sé sbagliato, orientato com'è alla passività e alla disabitudine al gusto della lotta.
Ci sono momenti particolari nella vita di ciascuno in cui il confronto con gli scogli
dell'esistenza diventa inevitabile: tutti hanno incontrato o potrebbero incontrare la sfida difficile, l'insuccesso, la malattia, la morte di una persona cara. Questi sono dati di fatto, ci sono e non si può far finta di niente.
L'avere un problema, il subire un'ingiustizia, l'affrontare un lutto, non è una colpa, non è essere inferiori, è solo un problema:
Ciascuno ha in sé gli strumenti per affrontare le sfide della sua vita, per pilotare in prima persona il cambiamento, per andare oltre il trauma e ripartire, ogni volta, con
rinnovato entusiasmo.
E sono proprio le situazioni estreme quelle che possono rivelare la chiave
per capire la normale strada da percorrere…
… ma a ciascuno sarà chiesto e offerto di vivere la propria vita, il proprio qui ed ora…
…e proprio come in un deserto, ognuno potrà scegliere se farsi prendere dal
panico, dall'ansia, dallo stress e aspettare così, passivamente, che qualcuno o qualcosa lo tiri fuori da quella situazione, oppure potrà decidere di affrontare, come hanno fatto tutti i piccoli/grandi uomini, il deserto psicologico, incontrando finalmente se stessi.
E allora il deserto fiorirà e ognuno canterà il suo canto!
Lo stare bene, la felicità, non è un dono che piove dall'alto, è una conquista che va rinnovata ogni giorno, è una "dichiarazione di guerra" alla sconfitta, è un non darsi mai per vinti.
Non siamo solo foglie che inesorabilmente in autunno l'albero dismette: si possono scegliere, in tutte le stagioni, i propri "alberi" e si può vivere in tutte le stagioni cantando la propria canzone….
(MIchele Panaro - liberamente tratto dalla mailist Sadhana di Guido da Todi)
…Spesso la quotidianità mette ciascuno davanti a sfide che sembrano impossibili, a decisioni e scelte che si vorrebbero rimandare all'infinito, ad appuntamenti
di domani che ci segnano e rovinano l'oggi.
Tutte le scuole di sopravvivenza sottolineano come l'organismo umano abbia
in sé risorse incredibili….
Il problema fondamentale è che in realtà non è la difficoltà oggettiva ad abbattere l'individuo, quanto piuttosto la "certezza" di non farcela, l'angoscia mentale che attanaglia lo spirito e preclude ogni tentativo:
se scegliere può significare dover prendersi carico, dover decidere e, inevitabilmente, dover abbandonare qualcosa, molto più facile è lasciare che tutto vada come deve andare, abituandosi ad un ruolo passivo di spettatore della stessa propria esistenza.
Ma questo atteggiamento è di per sé sbagliato, orientato com'è alla passività e alla disabitudine al gusto della lotta.
Ci sono momenti particolari nella vita di ciascuno in cui il confronto con gli scogli
dell'esistenza diventa inevitabile: tutti hanno incontrato o potrebbero incontrare la sfida difficile, l'insuccesso, la malattia, la morte di una persona cara. Questi sono dati di fatto, ci sono e non si può far finta di niente.
L'avere un problema, il subire un'ingiustizia, l'affrontare un lutto, non è una colpa, non è essere inferiori, è solo un problema:
"abbiamo" un problema, non "siamo" un problema.
Ciascuno ha in sé gli strumenti per affrontare le sfide della sua vita, per pilotare in prima persona il cambiamento, per andare oltre il trauma e ripartire, ogni volta, con
rinnovato entusiasmo.
E sono proprio le situazioni estreme quelle che possono rivelare la chiave
per capire la normale strada da percorrere…
… ma a ciascuno sarà chiesto e offerto di vivere la propria vita, il proprio qui ed ora…
…e proprio come in un deserto, ognuno potrà scegliere se farsi prendere dal
panico, dall'ansia, dallo stress e aspettare così, passivamente, che qualcuno o qualcosa lo tiri fuori da quella situazione, oppure potrà decidere di affrontare, come hanno fatto tutti i piccoli/grandi uomini, il deserto psicologico, incontrando finalmente se stessi.
E allora il deserto fiorirà e ognuno canterà il suo canto!
Lo stare bene, la felicità, non è un dono che piove dall'alto, è una conquista che va rinnovata ogni giorno, è una "dichiarazione di guerra" alla sconfitta, è un non darsi mai per vinti.
Non siamo solo foglie che inesorabilmente in autunno l'albero dismette: si possono scegliere, in tutte le stagioni, i propri "alberi" e si può vivere in tutte le stagioni cantando la propria canzone….
(MIchele Panaro - liberamente tratto dalla mailist Sadhana di Guido da Todi)
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