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matrimonio infelice....e i figli?

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matrimonio infelice....e i figli? Empty matrimonio infelice....e i figli?

Messaggio Da giulia87 Gio 03 Feb 2011, 20:18

Salve,
sono una ragazza di 24 anni ed ho un problema di relazione con mia madre.
Purtroppo sono frutto di un matrimonio infelice, dove non c'è amore, unione, comprensione ma liti e ripicche. Mio padre ha sempre vissuto un mondo a sé, lui ha sempre preso le decisioni, le responsabilità e tradito varie volte mia madre. Anche mia madre vive in un mondo tutto suo, odia mio padre e si lamenta in continuazione di lui. Ho passato la mia infanzia a vedere litigare i miei, mio padre che tratta male mia madre, sentire di quanto mio padre è stronzo, pregare affinchè mio padre non andasse con altre donne, con l'ansia e la tensione di una nuova lite in famiglia.
Perchè stanno ancora insieme? Per la società o perchè l'uno senza l'altro non può vivere (è la mia versione, forse perchè è il mio 'io bambina' a volerlo pensare).
Tra loro non c'è quasi mai complicità, è come se fosse una guerra (chi comanderà questa volta?) dove da una parte mio padre (con famiglia) e dall' altra mia madre (con famiglia). Non c'è un compromesso, uno solo è il vincitore (o meglio comandante).
Per fortuna sono cresciuta ed ho capito che la mia famiglia non è normale ed esistono altri tipi di famiglie.
Cerco sempre di convincere mia madre a non vedere un cattivo della situazione (ovviamente è sempre di mio padre la colpa di tutto) a non sfogarsi con la sua famiglia perchè il consiglio sarebbe “tu non devi farlo vincere...bla..bla” (per niente salutare) o col prete, “perdonalo, il signore ripagherà i sofferenti”.
Purtroppo questi ragionamenti non posso farli con mio padre perchè il nostro rapporto è praticamente nullo. Lui si sfoga solo con la sua famiglia perchè pensa che la mamma ci mette contro di lui e ce lo fa odiare (Probabile??Ma purtroppo a volte non c'è bisogno della mamma perchè è proprio lui con certi atteggiamenti a farsi odiare...)
Ma tanto il problema del rapporto con mio padre non c'è, proprio perchè come possono esserci problemi se un rapporto non c'è mai stato?!
Comunque per fortuna sono cresciuta e l'agonia è finita quando sono andata via per studiare....o almeno credevo.
Da quando me ne sono andata è come se la vita di mia madre si sia svuotata ( per fortuna c'è ancora una sorellina ma non sembra essere abbastanza), come se non avesse più qualcosa per cui lottare, un motivo per cui sopportare mio padre. Come se il motivo della sua insoddisfazione fosse la mia lontananza. Sono già 4 anni che vivo fuori eppure è sempre un “mi manchi” “ ma perchè te ne sei andata” “ quando torni”.Ogni telefonata una tortura. Non si è rassegnata che sua figlia è cresciuta e ha una vita in cui ha poco bisogno della madre.
E mi vede pure come la sua migliore amica sfogandosi di tutte litigate con papà e ancora “ tuo padre è uno stronzo....”.Non capisce che lui è comunque mio padre e non dovrebbe parlarmi così di lui.
In ogni chiamata c'è sempre qualcosa di cui lamentarsi: mio padre, i parenti, la salute.... e mettere me in uno stato di sofferenza inutile, perchè purtoppo non posso risolvere i loro problemi e sinceramente sono stanca di ascoltarli.
Come posso essere serena con una famiglia così difficile?
Come posso sopportare più facilmente mia madre? Cosa potrei consigliarle?
Una mezza idea l'avrei, magari un consigliere più appropriato, uno psicologo?


giulia87

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matrimonio infelice....e i figli? Empty Re: matrimonio infelice....e i figli?

Messaggio Da Dott. A. Paliotti Dom 06 Feb 2011, 22:01

Cara Amica
la sua lettera esprime in pieno il suo dolore e la sua angoscia, ma anche la sua estrema sensibilità.
Lei ha ben compreso alcune dinamiche familiari e che non sempre, anzi quasi mai, esistono ruoli definiti. Non esistono “buoni” e “cattivi” ma esistono persone e situazioni. Anche se purtroppo accade che spesso determinati rapporti si strutturano in modo tale che sembra vi siano ruoli molto chiari (vittima-carnefice, dominante-dominato) mentre invece non lo sono affatto.
Lei sa bene che suo padre non è una cattiva persona, nonostante sua madre se ne lamenti di continuo, e sa anche che purtroppo è stata troppo vincolata da un rapporto esclusivo con lei che le ha impedito di poter costruirne uno valido con lui, e oggi, divenendo più matura, vede la situazione con maggiore chiarezza.

Il ritrovarsi coinvolti nel conflitto tra i genitori, il forzato ruolo di amico/confidente dell'uno e quindi antagonista dell'altro, è causa di sofferenze immani per un figlio. Sofferenze che purtroppo pesano come una zavorra nel percorso di vita di tantissimi ragazzi che, come lei, si trovano loro malgrado ad arbitrare tra le problematiche dei genitori.
Non solo, ma le incomprensioni, le tristezze, le insoddisfazioni dei genitori diventano dei pesanti carichi emotivi da gestire, in particolare quando si assume il compito di controllore o mediatore delle questioni familiari.
Non a caso poi accade che i figli decidano di studiare o di lavorare lontano da casa. Come in fuga dai problemi emotivi e dall'angoscia.

Ma la distanza, nonostante sia comunque una soluzione, che consente finalmente di sentirsi liberi dalle pesantezze emotive che si respirano in famiglia, può comunque determinare in chi è andato via un sentimento di colpa che si somma al già pesante vissuto genitoriale.

Che fare in questi casi?

Lei con la sua sensibilità ricerca una soluzione sia per sé (“Come posso sopportare più facilmente mia madre?”) che per sua madre (“Cosa potrei consigliarle?).

Di certo non ho molti elementi per poter inquadrare bene la situazione.
Qual è l'età dei suoi genitori? In che tipo di contesto sono inseriti? Come si relazionano tra di loro?

Alcuni coniugi pur non andando d'accordo, riescono comunque a condurre una vita insieme, uscendo, facendo passeggiate andando al cinema eccetera. E magari sono inseriti in un ampio contesto sociale e familiare (così come mi pare di comprendere da quel che scrive). In tal caso la situazione di sua madre non dovrebbe crearle eccessiva preoccupazione.
Ma se sua madre mostra segni di grave depressione, se vive in isolamento e immersa esclusivamente in pensieri cupi e lei, la figlia, è l'unica persona con cui si confida, allora ecco che le si dovrebbe prestare un poco di attenzione.
In ogni caso è di certo valido, come già aveva in mente, consigliarle una visita specialistica per un sostegno psicologico.

Come vede diventa determinante stabilire quali siano le reali condizioni psichiche di sua madre. Perché come in ogni situazione occorre valutare la priorità.

Se sua madre però non è affetta da una grave depressione, se ha comunque un vissuto vario, allora è opportuno che lei vada avanti nella sua vita cercando di modificare il tipo di relazione che si è instaurata sia con sua madre che con suo padre.

Innanzi tutto non va bene il ruolo che ha assunto di amica/confidente di sua madre. E' molto bello che madre e figlia parlino e si confrontino sui temi di tutti i giorni, a maggior ragione quando la figlia diventa adulta, ma è importante che quando ci si imbatte in problematiche inerenti le dinamiche familiari, che i ruoli siano mantenuti.
La madre deve fare la madre e la figlia la figlia. Lei non può essere la madre di sua madre. Non può contenere le sue angosce. Questo può accadere solo quando i genitori diventano molto anziani, o affetti da grave malattia, e allora sì, che occorre che i figli provvedano a prendersi il carico fisico ed emotivo dei propri cari.

Le consiglio quindi (ripeto, se le condizioni psichiche di sua madre non sono gravi) di iniziare a comportarsi un po' da figlia. Nel senso di smettere un po' il ruolo di ragazza assennata e preoccupata della famiglia e, nelle conversazioni con sua madre invece di chiedere come va, di iniziare a manifestare un po' i suoi problemi - che di certo ne ha come tutti - ma che magari è portata a tenere per sé.
E' un dato di fatto che i problemi maggiori pare li abbia chi riesce a manifestarli.
Ci sono persone che si lamentano sempre, anche di cose futili, mentre altre, affette da mille e seri problemi, di cui però non parlano, pare stiano sempre bene.
E' un modo di essere.
Impari quindi anche lei a manifestare i suoi problemi, a richiedere un consiglio a sua madre (e perché no, anche a suo padre). A proporre e imporre il suo ruolo di figlia. E quando sua madre inizia a lamentarsi e a parlare dei problemi con suo padre l'ascolti pochi minuti e poi, quasi distrattamente, cambi discorso.
In tal modo pian piano può modificare un'abitudine.

Collateralmente inizi a parlare con suo padre. Bastano inizialmente poche parole, a volte uno sguardo d'intesa, un saluto al telefono. Vedrà che anche un suo minimo cambiamento avrà dei riscontri.
Inizialmente le potrà sembrare difficilissimo, ma vedrà che lo sforzo iniziale la ripagherà. E poi non tema, nel cercare un rapporto con suo padre, di "tradire" sua madre. E' un suo diritto e lo pretenda. Lei non ha nulla a che vedere con le loro incomprensioni coniugali. E perché si deve privare della forza, del consiglio, di una abbraccio di suo padre?

Di certo è una situazione delicata e va valutata e trattata con estrema sensibilità che a lei non manca.
Ma ricordi che occorre tener presente innanzi tutto le priorità e il rispetto dei ruoli.

In bocca al lupo e mi faccia sapere...

D.ssa Paliotti




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matrimonio infelice....e i figli? Empty Re: matrimonio infelice....e i figli?

Messaggio Da giulia87 Mar 08 Feb 2011, 22:10

Salve Dott.Paliotti,
le sono grata per la sua risposta, mi è di molto aiuto.
Le sue parole mi hanno fatto riflettere e vedere le cose da una diversa prospettiva.
Dalle sue descrizioni non ritengo che mia madre abbia problemi di depressione, ma semplicemente è come se si adattasse ad un ruolo che si è costruito o le è stato costruito col passare degli anni. Cambiare il ruolo ai miei genitori è un utopia, oltre a essere non affar mio. Ma posso cambiare il mio ruolo da confidente, ed è quello che mi impegnerò a fare.
Grazie ancora.
Giulia.

giulia87

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matrimonio infelice....e i figli? Empty Re: matrimonio infelice....e i figli?

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