Ultimi argomenti attivi
link
Articoli di Psicologia
La consolazione del dolore
(Dott.ssa Di Giovanni)
Sessuologia. Quando lui si volta dall'altra parte (Dott. Paliotti)
L'adolescenza: un difficile percorso di crescita
(Dott.ssa De Giovanni)
La terapia psicologica
(Dott.ssa Paliotti)
La fragilità mentale
(Prof. Iasevoli)
Il vissuto del fratello di un bambino disabile
(Dott.ssa Di Giovanni)
La violenza sui minori. Proteggiamo i bambini dalle violenze e dagli abusi sessuali
(Dott.ssa Paliotti)
Il Training Autogeno
(Dott.ssa Paliotti)
Il bambino disabile
(Dott.ssa Di Giovanni)
L'importanza di scrivere. La scrittura catartica
(Dott.ssa Paliotti)
... e altri ancora
Bookmarking sociale
La terapia psicologica
Pagina 1 di 1
La terapia psicologica
Molti credono che basti parlare un paio di volte con uno psicologo per risolvere tutti i propri problemi.
Altri invece considerano tutto ciò che ha a che fare con la terapia psicologica come un restare per anni e anni vincolati ad appuntamenti settimanali dove, un fantomatico psicoterapeuta ascolta senza dire una parola, se non con qualche mugugno, i problemi e le elucubrazioni del povero malcapitato, che altro non vedrà che un lento e progressivo prosciugarsi del proprio conto in banca.
In parole povere: la terapia psicologica così come ce l'hanno mostrata i film. Creando più danni che informazione.
Ad una scolaresca una volta chiesi se sapessero cosa fa esattamente uno psicologo e mi arrivarono le risposte più varie:
"Cura i pazzi!" e "Da lui vanno persone che non riescono a dormire...." e ancora "Vanno le persone con il mal di pancia..."
I bambini avevano dedotto le loro conoscenze dai discorsi dei grandi.
Mettiamo un po' d'ordine.
Lo psicologo non cura i malati mentali. O perlomeno la terapia psicologica difficilmente potrà essere risolutiva di un disagio psichico profondo che è per lo più di competenza psichiatrica.
Lo psicologo cura le persone "normali", che conducono la vita di tutti: impiegati e casalinghe, medici e avvocati, commercianti e rappresentati, giovani e anziani.
Persone però che avvertono una sofferenza, un malessere, una paura immotivata o un'ansia generalizzata a cui non sanno dare un nome e che da soli non riescono a superare.
Allo psicologo ci si rivolge per superare una depressione, per guarire da un disturbo psicosomatico, per comprendere un problema relazionale e sciogliere eventuali conflitti familiari o interpersonal, o anche per risolvere una disfunzione sessuale.
Ma, al di là della risoluzione di un problema, dallo psicologo si va anche per chiarire un periodo di confusione, per comprendere uno stato emotivo di insoddisfazione, per imparare a conoscere meglio se stessi e a scoprire e realizzare le proprie potenzialità e i propri talenti.
Perché spesso si vive al 50%.
Si vive a metà perché si ha la mente occupata solo in determinati pensieri, spesso frutto della propria problematica di base.
In questo modo diviene difficile, se non impossibile, vedere le strade per uscire da quel circuito patologico.
Ad esempio una persona insicura, tenderà a considerare solo gli ostacoli che incontra nel proprio cammino, anticipando e ampliando le difficoltà da affrontare, senza quindi riuscire a percepire anche le molteplici opportunità, né a vivere con soddisfazione la consapevolezza delle proprie potenzialità e la realizzazione dei propri progetti.
E quindi dallo psicologo si va sia per la cura di problematiche emotive, sia per essere accompagnati nella comprensione e nella consapevolezza delle proprie potenzialità, sia quando si attraversa un periodo di disagio profondo e non si riesce a realizzare se stessi e i propri talenti.
Altri invece considerano tutto ciò che ha a che fare con la terapia psicologica come un restare per anni e anni vincolati ad appuntamenti settimanali dove, un fantomatico psicoterapeuta ascolta senza dire una parola, se non con qualche mugugno, i problemi e le elucubrazioni del povero malcapitato, che altro non vedrà che un lento e progressivo prosciugarsi del proprio conto in banca.
In parole povere: la terapia psicologica così come ce l'hanno mostrata i film. Creando più danni che informazione.
Ad una scolaresca una volta chiesi se sapessero cosa fa esattamente uno psicologo e mi arrivarono le risposte più varie:
"Cura i pazzi!" e "Da lui vanno persone che non riescono a dormire...." e ancora "Vanno le persone con il mal di pancia..."
I bambini avevano dedotto le loro conoscenze dai discorsi dei grandi.
Mettiamo un po' d'ordine.
Lo psicologo non cura i malati mentali. O perlomeno la terapia psicologica difficilmente potrà essere risolutiva di un disagio psichico profondo che è per lo più di competenza psichiatrica.
Lo psicologo cura le persone "normali", che conducono la vita di tutti: impiegati e casalinghe, medici e avvocati, commercianti e rappresentati, giovani e anziani.
Persone però che avvertono una sofferenza, un malessere, una paura immotivata o un'ansia generalizzata a cui non sanno dare un nome e che da soli non riescono a superare.
Allo psicologo ci si rivolge per superare una depressione, per guarire da un disturbo psicosomatico, per comprendere un problema relazionale e sciogliere eventuali conflitti familiari o interpersonal, o anche per risolvere una disfunzione sessuale.
Ma, al di là della risoluzione di un problema, dallo psicologo si va anche per chiarire un periodo di confusione, per comprendere uno stato emotivo di insoddisfazione, per imparare a conoscere meglio se stessi e a scoprire e realizzare le proprie potenzialità e i propri talenti.
Perché spesso si vive al 50%.
Si vive a metà perché si ha la mente occupata solo in determinati pensieri, spesso frutto della propria problematica di base.
In questo modo diviene difficile, se non impossibile, vedere le strade per uscire da quel circuito patologico.
Ad esempio una persona insicura, tenderà a considerare solo gli ostacoli che incontra nel proprio cammino, anticipando e ampliando le difficoltà da affrontare, senza quindi riuscire a percepire anche le molteplici opportunità, né a vivere con soddisfazione la consapevolezza delle proprie potenzialità e la realizzazione dei propri progetti.
E quindi dallo psicologo si va sia per la cura di problematiche emotive, sia per essere accompagnati nella comprensione e nella consapevolezza delle proprie potenzialità, sia quando si attraversa un periodo di disagio profondo e non si riesce a realizzare se stessi e i propri talenti.
continua
Dott. A. Paliotti
Come avviene la cura psicologica
COME AVVIENE LA CURA
Non basta comprenderne la causa per risolvere un problema.
Sarebbe facile, basterebbe leggere un buon libro che dia le dovute indicazioni.
In uno studio emerse che la maggior parte degli studenti di psicologia vi si erano iscritti per risolvere le proprie problematiche.
Ma comprendere la causa non basta.
Spesso vedo persone che, razionalmente, hanno ben compreso quali possano essere i motivi dei loro malesseri, ma nonostante la comprensione i problemi emotivi restano.
Ma chissà perché vi è la convinzione che occorra capire la causa per risolvere il problema. Per cui molti non cercano aiuto a uno specialista perché ritengono erroneamente che nessuno possa dirgli cose che già sa.
E qui sta l'errore.
Il grave errore è di confondere l'emotività con la ragione, il sentire con il pensare.
Si può essere intelligentissimi, ma non riuscire a risolvere i propri problemi emotivi.
Perché il disagio emotivo è un qualcosa di più profondo e condiziona le scelte e la propria modalità di pensiero.
LA CURA
La cura, la risoluzione del problema psicologico avviene attraverso una graduale ristrutturazione cognitiva ed emotiva.
Spesso le persone subiscono la propria vita, non ne sono artefici o hanno idee erronee ma strutturate su di sé, sul proprio vissuto e le loro modalità relazionali.
Il ruolo dello psicologo è quello di aiutare nella reale comprensione delle dinamiche che hanno definito il malessere (parlo al plurale perché difficilmente si tratta di un solo motivo) e di promuovere la crescita emotiva conducendo pian piano la persona verso la comprensione profonda di se stesso, delle proprie abilità, dei propri talenti.
La guarigione psicologica è sempre accompagnata dalla comprensione e dalla realizzazione di sé e delle proprie potenzialità.
LA CRESCITA EMOTIVA
La crescita dell'individuo si situa a più livelli ne identifichiamo soprattutto tre:
- La crescita fisica
- La crescita intellettiva e cognitiva
- La crescita emotiva.
La crescita fisica non ha bisogno di spiegazioni.
La crescita intellettiva è il progressivo sviluppo di abilità e competenze cognitive. Il piccolo diviene man mano abile nella comprensione e nella risoluzione dei problemi, sviluppando adeguatamente delle abilità che gli sono funzionali all'adattamento all'ambiente in cui vive.
La società oggi accompagna l'individuo nella crescita fisica e cognitiva.
Poco o nulla fa per sostenerne la crescita emotiva.
Il campo dei sentimenti, delle relazioni affettive, della costruzione delle proprie sicurezze, della possibilità di riconoscersi in relazione agli altri, la consapevolezza della propria modalità di comunicazione, e la percezione delle proprie abilità, restano ambiti sconosciuti, dove non esistono scuole riconosciute o indicazioni, e si situano in una specie di terra di nessuno, sfruttati, ad ampie mani, da rotocalchi e trasmissioni televisive, che affrontano, spesso senza nessun criterio scientifico, e in tempi e spazi ristretti, argomenti dedotti da qualche drammatica notizia di cronaca. E di cui la gente si nutre.
E purtroppo vediamo sempre più spesso come le tragedie umane vengono poste al servizio dello spettacolo.
Ancora oggi, quindi, lo sviluppo emotivo non viene accompagnato da percorsi specifici e vi si pone attenzione solo in presenza di un disagio.
Tutti sono convinti che così deve andare, ma non è vero.
Sarebbe opportuno che per i genitori in difficoltà, nonché nelle scuole, si organizzassero percorsi di sostegno e apprendimento emotivo e sostegno a cui fare ricorso in situazioni specifiche.
La mancanza di attenzione al benessere emotivo genera malesseri.
Malesseri che incidono e si estendono al contesto in cui si è inseriti.
Non basta comprenderne la causa per risolvere un problema.
Sarebbe facile, basterebbe leggere un buon libro che dia le dovute indicazioni.
In uno studio emerse che la maggior parte degli studenti di psicologia vi si erano iscritti per risolvere le proprie problematiche.
Ma comprendere la causa non basta.
Spesso vedo persone che, razionalmente, hanno ben compreso quali possano essere i motivi dei loro malesseri, ma nonostante la comprensione i problemi emotivi restano.
Ma chissà perché vi è la convinzione che occorra capire la causa per risolvere il problema. Per cui molti non cercano aiuto a uno specialista perché ritengono erroneamente che nessuno possa dirgli cose che già sa.
E qui sta l'errore.
Il grave errore è di confondere l'emotività con la ragione, il sentire con il pensare.
Si può essere intelligentissimi, ma non riuscire a risolvere i propri problemi emotivi.
Perché il disagio emotivo è un qualcosa di più profondo e condiziona le scelte e la propria modalità di pensiero.
LA CURA
La cura, la risoluzione del problema psicologico avviene attraverso una graduale ristrutturazione cognitiva ed emotiva.
Spesso le persone subiscono la propria vita, non ne sono artefici o hanno idee erronee ma strutturate su di sé, sul proprio vissuto e le loro modalità relazionali.
Il ruolo dello psicologo è quello di aiutare nella reale comprensione delle dinamiche che hanno definito il malessere (parlo al plurale perché difficilmente si tratta di un solo motivo) e di promuovere la crescita emotiva conducendo pian piano la persona verso la comprensione profonda di se stesso, delle proprie abilità, dei propri talenti.
La guarigione psicologica è sempre accompagnata dalla comprensione e dalla realizzazione di sé e delle proprie potenzialità.
LA CRESCITA EMOTIVA
La crescita dell'individuo si situa a più livelli ne identifichiamo soprattutto tre:
- La crescita fisica
- La crescita intellettiva e cognitiva
- La crescita emotiva.
La crescita fisica non ha bisogno di spiegazioni.
La crescita intellettiva è il progressivo sviluppo di abilità e competenze cognitive. Il piccolo diviene man mano abile nella comprensione e nella risoluzione dei problemi, sviluppando adeguatamente delle abilità che gli sono funzionali all'adattamento all'ambiente in cui vive.
La società oggi accompagna l'individuo nella crescita fisica e cognitiva.
Poco o nulla fa per sostenerne la crescita emotiva.
Il campo dei sentimenti, delle relazioni affettive, della costruzione delle proprie sicurezze, della possibilità di riconoscersi in relazione agli altri, la consapevolezza della propria modalità di comunicazione, e la percezione delle proprie abilità, restano ambiti sconosciuti, dove non esistono scuole riconosciute o indicazioni, e si situano in una specie di terra di nessuno, sfruttati, ad ampie mani, da rotocalchi e trasmissioni televisive, che affrontano, spesso senza nessun criterio scientifico, e in tempi e spazi ristretti, argomenti dedotti da qualche drammatica notizia di cronaca. E di cui la gente si nutre.
E purtroppo vediamo sempre più spesso come le tragedie umane vengono poste al servizio dello spettacolo.
Ancora oggi, quindi, lo sviluppo emotivo non viene accompagnato da percorsi specifici e vi si pone attenzione solo in presenza di un disagio.
Tutti sono convinti che così deve andare, ma non è vero.
Sarebbe opportuno che per i genitori in difficoltà, nonché nelle scuole, si organizzassero percorsi di sostegno e apprendimento emotivo e sostegno a cui fare ricorso in situazioni specifiche.
La mancanza di attenzione al benessere emotivo genera malesseri.
Malesseri che incidono e si estendono al contesto in cui si è inseriti.
Dott. A. Paliotti
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Sab 16 Mag 2015, 09:45 Da Dott. A. Paliotti
» Mi sembra che stia sprecando la mia adolescenza
Mar 03 Feb 2015, 13:59 Da Dott. A. Paliotti
» Una testimonianza sul problema dell'incontinenza fecale dopo il parto
Ven 29 Ago 2014, 13:27 Da giovanna
» Liberarsi dal senso di colpa
Sab 27 Apr 2013, 15:10 Da Mia03
» Bullismo e delinquenza giovanile
Ven 22 Mar 2013, 17:24 Da Daniela Benedetto
» LA FRAGILITA' MENTALE (Prof. Iasevoli)
Ven 22 Mar 2013, 17:20 Da Daniela Benedetto
» Invalidi civili al 100%. Per alcuni niente pensione e altri tagli alla sanità
Mar 01 Gen 2013, 23:34 Da Admin
» La Prudenza. Una riflessione di Papa Giovanni Paolo II
Ven 23 Nov 2012, 14:17 Da Admin
» Traumi del passato
Mer 14 Nov 2012, 22:04 Da Dott. A. Paliotti