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La mancanza di sonno accresce il rischio di depressione degli adolescenti.
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La mancanza di sonno accresce il rischio di depressione degli adolescenti.
Secondo uno studio della Columbia University negli Stati Uniti, pubblicato dalla rivista Sleep, il rischio di depressione aumenta del 24% negli adolescenti che abitualmente si coricano dopo mezzanotte rispetto a coloro che vanno a letto intorno alle 10.
Inoltre, coloro che dormono 5 ore per notte, rispetto a coloro che ne dormono sette, hanno un rischio aumentato di depressione addirittura del 71%!
ll professore James Gangwisch, autore dello studio, dice che, erroneamente, si ritiene che gli adolescenti abbiano un minor bisogno di dormire rispetto ai ragazzi più piccoli.
In realtà è una falsa convinzione perché, anche in epoca adolescenziale, occorre che le ore di sonno siano adeguate.
I ragazzi, oggetto dello studio in questione, dormivano in media 7 ore e cinquatatré minuti, invece delle nove ore di cui hanno necessità ogni notte.
Se a commento dei risultati è stato asserito che gli adolescenti dormano di meno per compensare il fatto che si alzano prima dei ragazzi più piccoli, non è da sottovalutare che le opportunità di svago e di comunicazione che offrono le nuove tecnologie - tipo facebook, MSN e affini - contribuiscono a tenere il ragazzo attivato fino a tarda sera.
Occorre quindi fare in modo che ai giovani possa arrivare tale messaggio, ma non come una imposizione genitoriale, che per definizione, in quell'epoca della vita, viene rigettata a priori, ma incentivando il loro senso di responsabilità nei confronti di loro stessi.
Per alcuni genitori potrebbe non esser semplice, in particolare in quelle famiglie dove il conflitto genitore/adolescente (peraltro quasi fisiologico nella dinamica evolutiva della famiglia) è di continuo esasperato da continui litigi, ma occorre ricordare che non è impossibile.
Se il percorso obbligato verso la differenziazione del giovane e il riconoscimento di sé, può essere molto doloroso sia per ragazzi che per i loro genitori, può essere anche un cammino molto bello sia da parte del giovane, che impara a riconoscere le proprie potenzialità che sono appannaggio del mondo adulto, sia da parte del genitore che riscopre una nuova modalità di rapportarsi al proprio figlio.
A tal proposito esistono in ogni caso delle modalità di comunicazione efficaci che consentono di riscoprire man mano delle nuove modalità di relazionarsi ad una realtà in continua evoluzione.
Inoltre, coloro che dormono 5 ore per notte, rispetto a coloro che ne dormono sette, hanno un rischio aumentato di depressione addirittura del 71%!
ll professore James Gangwisch, autore dello studio, dice che, erroneamente, si ritiene che gli adolescenti abbiano un minor bisogno di dormire rispetto ai ragazzi più piccoli.
In realtà è una falsa convinzione perché, anche in epoca adolescenziale, occorre che le ore di sonno siano adeguate.
I ragazzi, oggetto dello studio in questione, dormivano in media 7 ore e cinquatatré minuti, invece delle nove ore di cui hanno necessità ogni notte.
Se a commento dei risultati è stato asserito che gli adolescenti dormano di meno per compensare il fatto che si alzano prima dei ragazzi più piccoli, non è da sottovalutare che le opportunità di svago e di comunicazione che offrono le nuove tecnologie - tipo facebook, MSN e affini - contribuiscono a tenere il ragazzo attivato fino a tarda sera.
Occorre quindi fare in modo che ai giovani possa arrivare tale messaggio, ma non come una imposizione genitoriale, che per definizione, in quell'epoca della vita, viene rigettata a priori, ma incentivando il loro senso di responsabilità nei confronti di loro stessi.
Per alcuni genitori potrebbe non esser semplice, in particolare in quelle famiglie dove il conflitto genitore/adolescente (peraltro quasi fisiologico nella dinamica evolutiva della famiglia) è di continuo esasperato da continui litigi, ma occorre ricordare che non è impossibile.
Se il percorso obbligato verso la differenziazione del giovane e il riconoscimento di sé, può essere molto doloroso sia per ragazzi che per i loro genitori, può essere anche un cammino molto bello sia da parte del giovane, che impara a riconoscere le proprie potenzialità che sono appannaggio del mondo adulto, sia da parte del genitore che riscopre una nuova modalità di rapportarsi al proprio figlio.
A tal proposito esistono in ogni caso delle modalità di comunicazione efficaci che consentono di riscoprire man mano delle nuove modalità di relazionarsi ad una realtà in continua evoluzione.
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