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La violenza sulle donne
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La violenza sulle donne
Sulla violenza nei confronti delle donne non se ne parla mai abbastanza.
E' un fenomeno che esiste in tutto il mondo e si verifica in ogni classe e ogni contesto sociale.
E' un po' come se per alcuni prevalesse ancora la legge della giungla dove il più "forte" si fa le sue ragioni con la prevaricazione e la violenza.
Gli episodi di violenza si verificano in percentuale maggiore nel chiuso delle mura domestiche, paradossalmente tra coloro che dovrebbero volersi più bene. E la casa, il luogo che dovrebbe costituire la sicurezza di ognuno, luogo di rifugio e protezione, spesso diventa il teatro delle sofferenze più atroci, spesso mai confidate, mai denuciate.
Avevo 16 anni quando, nel mio palazzo, successe il finimondo.
Urla, rumori e singhiozzi provenienti dal piano di sopra, mi fecero precipitare fuori la porta per vedere cosa stesse accadendo Fui l'unica ad aprire la porta di casa. Sul pianerottolo: nessuno. Bussai alla mia vicina che mi rispose laconica: fatevi i fatti vostri. E fece segno che la signora era un po' matta.
Già a 16 anni quell'atteggiamento non mi sembrò giusto. Matta o non matta perché doveva essere insultata e picchiata in quel modo?
Perché farsi i fatti propri quando si assiste a episodi del genere?
Con il tempo poi accadde che la signora divenne per davvero un po' matta. Perché le offese, le ingiurie, le minacce e le violenze fisiche ripetute possono minare anche l'equilibrio più stabile
Vittime di violenza fisica, sessuale, verbale, sono donne di ogni paese, ogni estrazione sociale e di ogni livello culturale.
Le aggressioni ripetute, le minacce e la paura spesso evolvono in veri e propri danni fisici accompagnati da forti ripercussioni sulla salute mentale.
Le cause dei comportamenti aggressivi e violenti sono spesso riconducibili a:
- Un disagio emotivo non compreso ed elaborato.
In tal contesto l'aggressore è per lo più una persona fragile, che non riesce a gestire la propria componente aggressiva, in cui l'istinto prevale sulla valutazione delle conseguenze dei propri comportamenti, e che a un carico di pressioni negative, sia interiori che esterni reagisce con meccanismi di difesa di tipo regressivo come l'acting-out (il passaggio all'azione).
- Il risultato di un alterato modello sociale e comportamentale
L'aggressore è anche colui che non si è mai posto il problema di "doversi controllare", colui che di proposito utilizza la propria componente aggressiva per un personale tornaconto, ritendendolo un mezzo idoneo e vincente. Senza purtroppo comprendere che gli atteggiamenti che adotta, a lungo andare, gli si ritorceranno contro come un boomerang, perché nessuno potrà mai essere sereno quando crea intorno a sé disagio e sofferenza.
(continua)
Dott.ssa Paliotti
E' un fenomeno che esiste in tutto il mondo e si verifica in ogni classe e ogni contesto sociale.
E' un po' come se per alcuni prevalesse ancora la legge della giungla dove il più "forte" si fa le sue ragioni con la prevaricazione e la violenza.
Gli episodi di violenza si verificano in percentuale maggiore nel chiuso delle mura domestiche, paradossalmente tra coloro che dovrebbero volersi più bene. E la casa, il luogo che dovrebbe costituire la sicurezza di ognuno, luogo di rifugio e protezione, spesso diventa il teatro delle sofferenze più atroci, spesso mai confidate, mai denuciate.
Avevo 16 anni quando, nel mio palazzo, successe il finimondo.
Urla, rumori e singhiozzi provenienti dal piano di sopra, mi fecero precipitare fuori la porta per vedere cosa stesse accadendo Fui l'unica ad aprire la porta di casa. Sul pianerottolo: nessuno. Bussai alla mia vicina che mi rispose laconica: fatevi i fatti vostri. E fece segno che la signora era un po' matta.
Già a 16 anni quell'atteggiamento non mi sembrò giusto. Matta o non matta perché doveva essere insultata e picchiata in quel modo?
Perché farsi i fatti propri quando si assiste a episodi del genere?
Con il tempo poi accadde che la signora divenne per davvero un po' matta. Perché le offese, le ingiurie, le minacce e le violenze fisiche ripetute possono minare anche l'equilibrio più stabile
Vittime di violenza fisica, sessuale, verbale, sono donne di ogni paese, ogni estrazione sociale e di ogni livello culturale.
Le aggressioni ripetute, le minacce e la paura spesso evolvono in veri e propri danni fisici accompagnati da forti ripercussioni sulla salute mentale.
Le cause dei comportamenti aggressivi e violenti sono spesso riconducibili a:
- Un disagio emotivo non compreso ed elaborato.
In tal contesto l'aggressore è per lo più una persona fragile, che non riesce a gestire la propria componente aggressiva, in cui l'istinto prevale sulla valutazione delle conseguenze dei propri comportamenti, e che a un carico di pressioni negative, sia interiori che esterni reagisce con meccanismi di difesa di tipo regressivo come l'acting-out (il passaggio all'azione).
- Il risultato di un alterato modello sociale e comportamentale
L'aggressore è anche colui che non si è mai posto il problema di "doversi controllare", colui che di proposito utilizza la propria componente aggressiva per un personale tornaconto, ritendendolo un mezzo idoneo e vincente. Senza purtroppo comprendere che gli atteggiamenti che adotta, a lungo andare, gli si ritorceranno contro come un boomerang, perché nessuno potrà mai essere sereno quando crea intorno a sé disagio e sofferenza.
(continua)
Dott.ssa Paliotti
Ultima modifica di Dott.ssa Paliotti il Mer 26 Mag 2010, 13:01 - modificato 2 volte.
Il numero verde 1522
Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha attivato, sin dal 2006, il numero verde 1522, per offrire a quelle donne che sono oggetto di violenza, sia in famiglia che in contesti lavorativi o altrove, una opportunità di ascolto e denuncia di tali episodi.
Alcune statistiche
Non possono esistere statistiche accurate perché tali episodi, per la maggior parte, non vengono denunciati, ma per quanto riguarda gli eventi estremi, le statistiche europee rivelano che gli atti violenti rappresentano la prima causa di morte delle donne nella fascia di età tra i 16 e i 50 anni.
In Italia pare che ogni tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, un convivente o un fidanzato.
Non vi sono ancora statistiche quantitative sul maltrattamento, ma si stima, sempre a partire da indagini comunitarie, che una donna su cinque abbia subito nella sua vita una qualche forma di violenza.
E' recente l'introduzione in Italia del reato di stalking. Da sei mesi a quattro anni per chi perseguita, molesta, minaccia o limita l'autonomia di un'altra persona fino a toglierle la quiete.
Anche in Francia è reato reiterare molestie, umiliazioni e offese. Sono giudicate infatti l'anticamera di comportamenti violenti.
Attualmente, in Italia, è in corso dal 1998 la prima ricerca nazionale condotta dall'ISTAT sulla violenza sessuale.
In Italia pare che ogni tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, un convivente o un fidanzato.
Non vi sono ancora statistiche quantitative sul maltrattamento, ma si stima, sempre a partire da indagini comunitarie, che una donna su cinque abbia subito nella sua vita una qualche forma di violenza.
E' recente l'introduzione in Italia del reato di stalking. Da sei mesi a quattro anni per chi perseguita, molesta, minaccia o limita l'autonomia di un'altra persona fino a toglierle la quiete.
Anche in Francia è reato reiterare molestie, umiliazioni e offese. Sono giudicate infatti l'anticamera di comportamenti violenti.
Attualmente, in Italia, è in corso dal 1998 la prima ricerca nazionale condotta dall'ISTAT sulla violenza sessuale.
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