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Ansia, panico e fobie. Le strategie per comprenderle e superarle

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Ansia, panico e fobie. Le strategie per comprenderle e  superarle Empty Ansia, panico e fobie. Le strategie per comprenderle e superarle

Messaggio Da Dott. A. Paliotti Sab 12 Set 2009, 22:14

Abbiamo parlato di ansia, panico e fobie, ora ne sappiamo qualcosa in più, sì, ma come fare per risolvere le proprie paure?
Come combattere quel famoso attacco di panico che paralizza la vita di tanta gente?

Andiamo per gradi.
Prima di iniziare qualsiasi tipo di lavoro, con se stessi o con uno specialista occorre sapere che da questo stato si esce. Come ne è uscita tanta gente potete uscirne anche voi. E occorre tenerlo sempre bene in mente.
E' il primo passo per la risoluzione del problema.

Questo scritto non vuole e non può sostituire la consulenza psicologica, che di certo si rende necessaria quando i malesseri sono intensi e strutturati da tempo, ma si propone di offrire alcuni strumenti, piccole strategie, che possono in ogni caso aiutare a intraprendere la via per la guarigione.

Abbiamo visto in precedenza che la paura è uno stato psicofisico e non soltanto della mente, per cui, ogni valido approccio per la sua risoluzione deve necessariamente prendere in considerazione "la cura" sia della mente che del corpo.
I sistemi possono essere vari. E uno specialista saprà indicarli, ma già da soli si può iniziare a mettere in atto dei piccoli comportamenti che possono aiutare a ristabilire l'equilibrio.
Perché ogni stato fobico, o di panico incontrollabile è il risultato di un'alterazione dell'equilibrio psicofisico di base, e a loro volta, fobia e panico, alimentano e strutturano il disagio.
Ed ecco alcuni consigli.

Innanzi tutto fermatevi, trovate un luogo in cui potete dedicare un po' di tempo al confronto con voi stessi, e fate un po' il punto della situazione.
Se non riuscite a fermare l'attenzione, e la mente gira in tondo nei soliti pensieri, prendete carta e penna.
E con il foglio avanti, iniziate a porvi delle domande che di seguito indicherò.
Scrivetele e soffermatevi su ognuna di esse e solo dopo aver riflettuto a lungo scrivete la risposta. Ma può accadere anche che per una domanda vi siano più risposte.
Non pensate di rispondere a tutte le domande in una sola volta. Non è possibile. Soffermatevi su una risposta alla volta, a cui rifletterete, nel vostro spazio, con il vostro quaderno, anche per più giorni.
Ricordate però che, se questo tipo di lavoro vi dà ansia, o altri malesseri, non insistete e andate oltre.

Un'altra raccomandazione.
Non fatevi aiutare da nessuno tra amici e parenti. Spesso tra le proprie conoscenze vi è chi mastica di psicologia ed è naturalmente e altruisticamente prodigo di consigli.
Evitateli. Chi non è specializzato in merito rischia di provocare danni ancora più seri.

Allora iniziamo, mettetevi tranquilli nel vostro spazio e nel tempo che vi siete dedicati e iniziate a scrivere la prima domanda.

Come si manifestano i miei malesseri?
Riflettete su cosa avvertite quando state male e cercate a grandi linee di descrivere i sintomi. Se il pensarci vi dà ansia, passate ad un'altra domanda, ci tornerete quando sarete pronti.

E quali di questi malesseri avverto nel corpo? e quali nella mente?
Cercate, con tranquillità, di distinguere gli stati di malessere fisico e mentale. Anche in questo caso se vi dà ansia andate oltre, ci tornerete in seguito.

Quando si manifestano?
Riflettete sui momenti in cui si manifestano i sintomi, in quali occasioni, e se sono collegati a situazioni esterne.

Da quanto tempo è presente la paura o il panico?
Cercate di identificare il periodo in cui sono sorti e per quanto tempo e con quale frequenza vi accompagnano.

Cosa è successo nel periodo precedente la manifestazione di tali episodi?
Vi è sempre la causa di un malessere. Un evento scatenante, un periodo di stress. A volte la causa o le cause sono evidenti, altre volte invece occorre andare pian piano a scoprirle.
Spesso però accade che più fattori, più eventi sommati, concorrono a definire uno stato di disagio psicofisico.

A questo punto riflettete sulla vostra situazione attuale e chiedetevi se le cause persistono o se invece siano oramai lontane e non più attuali.
Se vivete in una situazione difficile, impossibile da modificare, allora è opportuno che impariate un modo differente per relazionarvi ad essa e probabilmente avete bisogno del sostegno di un professionista.

E ora occupiamoci del corpo.
Come mi sento fisicamente?
Valutate se vi appartiene per lo più una sensazione di forza, di attività, o invece di debolezza, di astenia. Da notare che si può essere attivi pur sentendosi "senza forze".

Ho qualche dolore? o contrattura? mi sento teso o fin troppo rilassato?
La somatizzazione dell'ansia è molto più frequente di quanto si possa immaginare.

Mi nutro e bevo adeguatamente? sono eccessivamente ingrassato/a o dimagrito/a?
Il modo in cui ci si alimenta aiuta a definire lo stato psicofisico.
Fate attenzione a seguire una dietra equilibrata e varia, che tenga conto di tutti i tipi di alimenti.
Da sottolineare inoltre che, se il sovrappeso è l'anticamera di problemi organici, un eccessivo dimagramento non giova all'equilibrio del Sistema Nervoso. Anche la mente ha bisogno di tutti i nutrienti necessari per garantire la stabilità emotiva e la lucidità.

Alla fine di questo lavoro, avrete di certo una maggiore conoscenza su di voi e sul vostro problema.
Ed è più semplice risolvere qualsiasi cosa quando si ha ben chiaro di cosa si tratta. E aumentarne la conoscenza inoltre significa aumentare la consapevolezza, che già di per sé è un passo per la risoluzione.
Da tener presente però che, in presenza di una sintomatologia di tipo fisico costante (colite, tachicardia, tremori, astenia, che si manifesta in maniera continua, e non solo in occasione di una crisi d'ansia o di panico) prima di procedere a qualsiasi intervento, occorre necessariamente effettuare dei controlli clinici: in parole povere andate dal dottore e fate delle analisi.
Una volta escluse cause organiche si lavora per ripristinare il sano equilibrio psicofisico.

LA CURA DI SE'

Iniziare a prendersi "cura" di sé, aiuta a star meglio, fortifica la psiche e la stabilità emotiva.
Sì ma che c'entra la cura di sé con uno stato fobico, con il panico?
La fobia, l'attacco di panico è comunque l'esasperazione di un malessere cumulatosi nel tempo.
Un malessere è spesso generato da una sensazione di estrema difficoltà a vivere il quotidiano, alla cui base c'è quasi sempre una mancanza di stima di sé, una sensazione di vulnerablità, stanchezza e debolezza.
Avere cura di sé è il primo passo per stare bene, perché aiuta ad incrementare lo stato di benessere e la propria autostima.
Allora, dopo aver fatto gli esami clinici e avere acquisito una maggiore consapevolezza di sé e del problema, iniziamo a dedicarci al nostro corpo.

Lavorare con il corpo può essere più semplice, perché il corpo si "vede" e quindi qualsiasi intervento diventa un dato oggettivo.
Prestiamo attenzione a noi stessi, a come ci consideriamo, se siamo soddisfatti di come siamo, di come ci muoviamo nel mondo e dei risultati ottenuti.
In parole povere consideriamo se ci "piacciamo" sia fisicamente che come modo di essere.
Se non siamo contenti di come siamo, se sentiamo di non accettarci fino in fondo, magari non riusciamo ad essere in contatto con noi stessi, e quindi non riusciamo ad avere la giusta "cura" verso di noi.
Stare le ore in palestre e trascorrere i pomeriggi dall'estetista non significa prendersi cura di sé, se non si presta ascolto e attenzione ai propri veri bisogni.
Spesso i nostri comportamenti tesi al benessere sono socialmente pilotati, e non il frutto di una vera consapevolezza di se stessi.
E allora iniziamo a conoscerci. Senza timore, senza paura. Guardiamoci.

IL PESO

Se ci lasciamo andare ad una alimentazione sbagliata che ci priva degli alimenti fondamentali ma ci lascia con dei chili in più o in meno non stiamo giovando al nostro equilibrio.

Se siamo in sovrappeso e ci ingozziamo di pane, pasta, dolci e cioccolato imponiamoci di porre rimedio.
A questo punto già sento le obiezioni di chi inizia una dieta ogni settimana senza mai riuscire a portarla a termine.
Ma chi non riesce a esser costante, è perché in fondo non crede di poterci riuscire.
Non ha fiducia nella propria forza di volontà, magari inconsciamente è convinto di non farcela e si sabota da solo.
Ricordiamo che noi siamo quel che vogliamo essere, e quindi anche la volontà di dimagrire se decidiamo di averla, la avremo.
Occorre solo credere di poterci riuscire.
E ve lo assicuro, è possibile.

E allora se siete in sovrappeso iniziate a darvi una linea di condotta per dimagrire. Non vi imponete però d'improvviso dei drastici sacrifici alimentari, occorre gradualmente diminuire la quantità di cibo. Un processo lento e graduale.
Se dopo aver provato non ottenete i risultati sperati rivolgetevi a uno specialista.

Se invece si è sottopeso il discorso è più ampio, al di là di certe patologie alimentari - che sono sempre legate a disordini psichici - occorre ricordare che nessuno può star bene se è sottopeso. E' un dato di fatto.
E oggi che va di moda il "magro è bello", vedo tante ragazze, ma anche donne mature, che si costringono ad un peso ai limiti della sopravvivenza per timore di quel filo di pancia che proprio non riescono a sopportare.
I problemi alimentari oggi, legati ai modelli sociali imposti, creano più ansia e disagi psichici che una grave malattia. E quando mi trovo di fronte ad una donna che la notte non dorme per l'ansia e già si alza al mattino con la tachicardia e teme ogni giorno di essere presa dal panico, mentre sfoggia a quarant'anni, un fisico filiforme, a cui non rinuncerebbe mai e poi mai, c'è poco da fare terapie psicologiche!
"Ma io ho lo stomaco chiuso." quante volte sento ripetere questa frase, con un lampo di soddisfazione nello sguardo che provocatoriamente sembra dire: "tu vorresti farmi ingrassare... ma col cavolo che ci riesci! Io voglio solo guarire dall'ansia!"
Come se noi fossimo fatti di tanti scompartimenti, un corpo frammentato e spezzettato, come anche ci induce a credere le moderne ultra specializzazioni in medicina. Per cui si dovrebbe aprire il cassetto "ansia" e.. puff! con un atto di magia, svuotarlo.
Non si comprende infatti che per un sano equilibrio psichico, quello che consente di affrontare anche le situazioni più penose e spiacevoli, occorre avere una solida struttura di base che è il cervello, che poter adeguatamente funzionare, ha necessariamente bisogno di un nutrimento adeguato.

E quindi, per chi è sottopeso e in preda all'ansia, consiglio vivamente di rivedere il proprio modo di nutrirsi.
E' un compito che va preso come un impegno di lavoro.

PRENDERSI CURA DI SE': L' ATTIVITA' FISICA

E' oramai dimostrato che l'attività fisica aiuta a ripristinare il giusto equilibrio psicofisico.
A chiunque è capitato di sentirsi un po' "giù", e poi dopo una lunga passeggiata ritrovare il buonumore.
Chiedete a quanti vanno a correre. Mentre noi li vediamo stanchi e sudati loro invece non rinuncerebbero mai: perché il benessere che ne ricavano è di gran lunga superiore al sacrificio dell'impegno e alla stanchezza.
Se si ha difficoltà a organizzarsi fuori casa, e se non siete quel che si definisce uno sportivo, utilizzate una cyclette.
Iniziando pure per tre minuti, e aumentando gradatamente. Imparate ad ascoltare le richieste del vostro corpo.
Ci si può giovare anche di pochi semplici esercizi fisici da effettuare ogni mattina.

Muoversi, fare ginnastica, nutrirsi adeguatamente, ripristina il naturale fluire di energie che spesso restano bloccate nella mente e/o in determinate parti del corpo, creando il disagio.
E giova all'umore e quindi a tutto il corpo.

(fine prima parte - continua)

Dott. Assunta Paliotti
Dott. A. Paliotti
Dott. A. Paliotti

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